Breve storia del Turismo

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La storia dei viaggi è vecchia come l'umanita'. Fin dai temi piu' remoti l’uomo, da solo o in piccoli gruppi, si allontanava dal suo luogo di residenza, all'inizio per ragioni di sopravvivenza, poi per motivi commerciali oppure in risposta a interessi religiosi o politici, infine per favorire scambi culturali o, piu' semplicemente, per favorire contatti umani.
Con il diffondersi di scambi e di migrazioni sulle lunghe distanze, lungo le vie battute da mercanti e pellegrini sorgono le prime forme di ospitalita' a pagamento, dotate delle comodita' e dei servizi che erano invece inesistenti presso i luoghi di spontanea e gratuita accoglienza.

Ad Olimpia, importante centro di culto dell’antica Grecia, nell’ambito delle celebrazioni religiose si svolgevano alcune cerimonie sportive che richiamavano un grande flusso di persone che, per l’occasione, affrontavano viaggi lunghi e disagevoli. Per venire incontro alle necessita' di queste folle, a partire dal V secolo a.C. vennero approntati, lungo il percorso delle competizioni, grandi capannoni, gli auxilia, per offrire soste di ristoro agli atleti e ai loro sostenitori. Comunque, nell’antichita' non esisteva ancora nessun tipo di attivita' "imprenditoriale" per il sostentamento della persona durante i viaggi e le relative soste.
Dopo la caduta dell’lmpero romano, nel lungo periodo caratterizzato dalle frequenti invasioni barbariche l’ospitalita' divenne prerogativa degli ordini monastici. Molti conventi offrirono ricovero a viandanti e pellegrini, provvedendo anche all’assistenza medica in caso di infermita'.
Ben presto, però, l’ospitalita' divenne un’attivita' commerciale gestita da privati: alloggio (e spesso vitto) in cambio di un compenso in moneta.

Nella storia d’Europa l’albergo e' stato sempre un alloggio di tipo modesto per una clientela modesta.
l nobili di rango vi sostavano occasionalmente, e solo per necessita' e per breve tempo quando nella zona mancava
un degno alloggio privato che li potesse ospitare. Fra gli aristocratici di tutti i Paesi si era creata infatti una rete di mutua ospitalita', per cui di regola i nobili venivano ospitati da famiglie dello stesso rango.


ll primo documento alberghiero - se tale puo' essere definito - risale al 1204. Si tratta di una sorta di "libretto - spese" del vescovo germanico Wolfger, il quale pago' per l’alloggio di due persone un conto di 24 soldi in una locanda con coquinm (cioe' cucina), più 9 soldi per il pane e 8 per il vino.


Fino al 1500 l’edificio alberghiero si componeva di stanze comuni a più letti, di pochissime camere singole e di uno stanzone adibito a sala da pranzo e cucina.

Una delle conseguenze dello sviluppo dei commerci nel corso del ’400 - ’500 fu anche lo spostamento di ricchi signori e di nobili, che intendevano scegliere di persona le mercanzie rare e preziose giunte dall’Oriente. Furono appunto le raffinate esigenze di questa classe agiata a dare impulso a un sistema di ospitalita' offerta da personale specializzato e con attrezzature più specifiche e adeguate. ll ricco patrizio non si muoveva da solo. Era accompagnato da uno stuolo di servi e di cuochi esperti nell’esercizio delle loro quotidiane mansioni. Per fare fronte a questa nuova domanda cosi qualificata l’attivita' alberghiera fu attraversata da fermenti di ammodernamento. Si fece a gara per offrire nello stesso edificio i servizi piu' completi, compresi quelli del barbiere, del maniscalco, del cantastorie, del maestro di ballo, degli indovini e delle guide; andava nascendo la professione di albergatore.

Nel 1870 nella città di Colonia si riunivano per la prima volta albergatori di 42 nazioni per discutere sui termini della loro professione e compilare di comune accordo uno Statuto dal valore internazionale che, mentre ne valorizzava l’immagine, indirizzava chi volesse espletare questa attivita' verso canoni di collaborazione, di onesta' commerciale e di rispetto delle norme statutarie. Nel 1890, venti anni dopo, nasceva la prima corporazione internazionale dei lavoratori d’albergo, con lo scopo di ottenere la tutela dei propri diritti e difendere le proprie competenze.
Nel corso del 1700 e del 1800 si affermo tra la gioventu' aristocratica europea l’abitudine di compiere un viaggio (voyage) nell’Europa meridionale per completare la propria formazione culturale e ammirare i siti dove nacquero e si svilupparono la civilta' greca e romana. Cosi fecero Goethe, Chateaubriand, Stendhal, Shelley e tanti altri illustri letterati europei, con i quali nacque il concetto di turismo culturale, presto seguito da quello di turismo religioso (per soddisfare obblighi di culto), di turismo sanitario (per cure, soggiorni termali, consulti), di turismo d'affari (per essere presenti in certi luoghi in momenti particolari, in modo da incontrare altre persone con cui stringere accordi o stipulare contratti) e cosi via. Tutte queste forme pero' fecero del turismo dei secoli passati un fenomeno limitato, privilegio di pochi, fino a che l’invenzione della macchina a vapore e l’apertura dei primi tratti ferroviari e, successivamente, l’invenzione del motore a combustione interna non aprirono la strada ai trasporti collettivi a basso prezzo e al turismo di massa.

L'inglese Thomas Cook, titolare di un’agenzia di viaggi, organizzo nel 1841, un viaggio di diporto per una comitiva di studenti che si recava con un treno speciale da Leicester a Longhborough. Con i suoi pioneristici viaggi forfait e conducted tour (nel 1856 organizzò un giro dell’Europa e nel 1866 un circuito degli Stati Uniti).
Cook fu il decano degli agenti di viaggio. Ben preso apri' uffici nelle principali citta' di tutto il mondo: ogni sede si occupava di fornire al viaggiatore tutto ciò che può rendere agevole il viaggiare. Cook riuscì a realizzare il primo charter ferroviario della storia e dalla sua intraprendenza nacque il voucher, il documento di credito turistico che già nel 1867 era universalmente riconosciuto valido e che ancor oggi è alla base dell’attivita' turistico - alberghiera. Anche dopo la morte del suo titolare, la Cook restò l’agenzia di viaggi per eccellenza. Con lo sguardo gia' rivolto al movimento d’oltreoceano, nel 1919 riusci' a realizzare con successo il primo "Special tour aereo" per l’America. Pochi anni dopo, l’American Express mise in circolazione un altro strumento di credito destinato a imporsi, il travellers’ cheaue.

Finalmente, negli anni tra le due guerre mondiali, il turismo inizio' a essere praticato anche dalle classi medie.
Sulla scia di Cook, in Italia si organizzarono "treni popolari", che con tariffe molto ridotte permettevano di visitare le maggiori città italiane. Il tenore di vita migliorava sensibilmente in tutti i Paesi europei. Le conquiste di carattere sociale (il diritto alle ferie pagate, il riposo settimanale e altre provvidenze), la sicurezza sulle strade, la diminuzione delle tariffe dei trasporti, la crescita delle aziende turistiche e dell’ospitalita', la loro variegata offerta, il calo dell’analfabetismo con il conseguente diffondersi della cultura, contribuirono ad aprire alle classi medie e ai lavoratori l’accesso al turismo.
Il turismo di massa si e affermato in Italia alla fine degli anni ’50 favorendo l’uniformazione dei modelli culturali delle diverse classi sociali e determinando una nuova trama, più completa e complessa, del tessuto sociale.
Per la prima volta anche le classi più deboli disposero di tempo libero, con la possibilita' di occuparlo in vacanze organizzate che ricalcavano gli schemi dei servizi fino ad allora riservati al turismo d’élite.

Successivamente negli anni ’6O il "boom economico" italiano e il riassetto finanziario di molti Paesi europei, finalmente usciti dalle devastazioni causate dalla seconda guerra mondiale, coincise con un rinnovato interesse per la nostra penisola.
Scandinavi, inglesi, francesi, svizzeri, americani e tanti giapponesi affollarono l’Italia, che agli occhi del visitatore sembrava un’immensa pinacoteca, un unico museo con testimonianze archeologiche e reperti di tutti i secoli, un’enorme fonte termale, un formidabile ventaglio di colorite tradizioni, e così via.
Con la presenza di tanti stranieri cominciarono a circolare il marco tedesco, il dollaro americano e molte altre valute, definite nel loro insieme "valuta forte".
In quegli anni si registrarono l’avanzamento della societa tecnologica, l’aumento dei consumi, la crescita del reddito nazionale.
Da allora il turismo ha fatto registrare una crescita costante nel movimento dei viaggiatori, negli arrivi alle frontiere, nelle presenze negli esercizi alberghieri ed extralbeghieri.
Oggi è una voce fondamentale del bilancio di tanti Stati, primo fra tutti l’ltalia.

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